BANCA DELLA TERRA

BANCA DELLA TERRA

Villa Santa Maria

8 febbraio 2018

FIPA – Federazione Italiana Produttori Agricoli

 

“Ci siamo, tutti insieme a festeggiare il ritorno al centro della scena del paese, della nostra agricoltura. Oggi come forse mai prima, possiamo dire che dove cè produzione agricola, cè Italia! Siamo qui per testimoniare in primo luogo della ‘bellezza’ della nostra agricoltura, del suo valore, del valore del lavoro degli agricoltori e del paese che li contiene, li custodisce, li rende possibile. Una bellezza figlia di cura, di equilibrio, di tradizione e di innovazione, di buon lavoro ….di tutto ciò che oggi va sotto il nome di “sostenibilità”. Ecco cosa fa ‘il bellò in Italia, cosa lo rende esclusivo, quindi ‘prezioso’ e quindi vendibile su tutti i mercati della terra, vale per tanti settori del nostro paese ma piu` di tutto, vale per il nostro agro-alimentare. Se siamo ai vertici mondiali per la produzione biologica, se progressivamente abbiamo scalato addirittura il ranking nella produzione di ‘caviale’, se la nostra rete di mercati in vendita diretta è la più estesa in Europa, se l’agricoltura giovane italiana è la più numerosa e più innovativa d’Europa, se i nostri formaggi e i nostri vini sono i più ricercati (e imitati) e` perche` in questi anni abbiamo costantemente ‘mantenuto’ e ‘innovato’. Fino ad una decina di anni fa - moltissimi fra esperti, studiosi di economia, professori, uomini politici - ci raccontavano che non potevamo farcela perchè eravamo ‘piccoli’, non avevamo sufficiente massa critica. Noi siamo andati per la nostra strada e se oggi riusciamo a reggere le spinte all’ omologazione e alla competizione dei mercati globali spesso legata solo al prezzo, e` perche` abbiamo saputo percorrere il sentiero antico e nuovo della distintività, della saldatura fra territorio, produzione agricola  e comunità`, dando vita ad un modello originale. Che alleati avevamo con noi? Non L’Unione Europea, né certo il suo apparato tecnocratico. Non la rappresentanza della politica italiana a Bruxelles, e nemmeno l’industria italiana. E se oggi la parte migliore di essa, il mondo della distribuzione, la miglior cooperazione  sono al nostro fianco, è anche perchè per molti anni, in solitudine, abbiamo svolto una vera funzione pedagogica. Se oggi in tv la pubblicità` di prodotti  alimentari è tutta focalizzata sull’origine, se cè stato un ritorno di attenzione prepotente sul cibo, ricordiamoci che è per tanti versi merito degli agricoltori. Abbiamo fatto un buon lavoro come FIPA, perchè abbiamo tenuto una doppia contabilità`: quelle delle nostre aziende e quella del paese,  facendo in modo che convergessero…. non ci siamo divisi in fazioni..e se di guerre ne abbiamo fatte - e restiamo pronti a farle - sono contro chi non ama l’ITALIA! Le nostre lotte, dalla difesa dell’origine e dell’etichettatura obbligatoria, alla legge sulla multifunzionalità`, alle iniziative messe in campo contro l’Italian sounding di matrice estera o italiana, alla normativa anti ogm - non sono state l’esito di un furore ideologico o di arretratezza come vorrebbe qualche studiosa di fama: ma di un’attenta valutazione di quanto fa bene all’agricoltura italiana e al suo futuro. Su questi terreni, in cui si manifesta l’affermazione stessa di autonomia nazionale, chiediamo al Governo che deve essere al nostro fianco, nei fatti e simbolicamente. Noi sappiamo bene di essere un paese che importa  sappiamo che le importazioni contribuiscono al nostro fabbisogno alimentare e al nostro export, ma ciò non può rappresentare il via libera per fare entrare nel nostro paese fiumi incontrollati di derrate alimentari, senza considerare che cè un limite ben preciso oltre il quale le filiere declinano fino a sparire, i profitti di alcuni si trasformano in costi non sostenibili - di natura ambientale, economica, sociale – per tutti e un intero patrimonio di quella bellezza viene eroso. E’ lo stesso rischio che corre il calcio italiano: quando il numero di stranieri che giocano nel campionato supera di gran lunga quello dei giocatori nostrani, si depauperano i vivai, ci va di mezzo la ‘nazionale’ e questo - si tratti di calcio o di agroalimentare - non lo possiamo permettere. Abbiamo il dovere di puntare ad un obiettivo: consentire agli italiani e al paese tutto di esprimersi al meglio di se`.

E spesso ‘il meglio’ contiene una misura forte di orgoglio nazionale, qualcosa che sfiora la sfrontatezza ma risveglia energie e gioventù Ci sono cose che possiamo chiedere a questo governo? Certo, ma forse sono di più` quelle che possiamo offrire. Possiamo aiutarlo a fare pulizia dove serve. Sto pensando al lavoro nelle campagne: noi non tollereremo oltre, forme di lavoro che fanno retrocedere il paese agli inizi del 900 e poco importa quanto siano isolate. Contro questo tipo di sfruttamento si sono battuti i nostri bisnonni e i nostri nonni, portando a casa conquiste di civiltà del lavoro che sono diventate universali. Indietro non si torna. Dal canto nostro metteremo la stessa intransigenza che chiediamo alle istituzioni quando si tratta di perseguire l’italian sounding , la stessa ragione etica che ci ha guidato alla creazione di FIPA ATTIVA e all’idea di ‘giusto credito’ per le nostre aziende associate. Offrire la possibilità di attivare crediti agevolati e contributi a tantissime aziende, ha significato trovare soluzioni, lasciandoci alle spalle la stagione dei paroloni inutili. Analoga limpidezza e concretezza ci hanno guidati a dar vita a tutta una serie di servizi, anche con l'ausilio del nostro partner CAA CANAPA, atti a sostenere in particolar modo i giovani disoccupati che intendono avviare un'attività agricola e imprenditoriale. Pertanto in accordo con le finalità della Legge Regionale 26/2015 promossa dal M5S, la FIPA promuove la ricerca dei finanziamenti per l'insediamento di nuove aziende agricole, ma anche per favorire il riordino fondiario attraverso l'accorpamento e l'ampliamento delle aziende agricole esistenti.  Ma ci sono altri pezzi di strada che possiamo percorrere assieme.  Con questi progetti contiamo di accelerare un processo di crescita per l’agricoltura nel Centro-Sud, di si cui si vedono già alcuni segni. Mi piace soffermarmi su questo ultimo aspetto, perchè la ri-partenza, non ha i caratteri (come e` accaduto in passato) dell’assistenza o dell’intervento statale, ma si nutre di impresa spesso giovane e vocata all’internazionalità. Grazie a tutti coloro che si sono impegnati nell'organizzazione di questa giornata di lavoro e un grazie particolare alla Associazione Ulivolio e al nostro coordinatore regionale Abruzzo Giuseppe Chiusano. Buon tutto a tutti.

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