Contratto a Canone Concordato: Assistenza delle Organizzazioni anche per la Stipula. "Cedolare Secca"

Contratto a Canone Concordato: Assistenza delle Organizzazioni anche per la Stipula. "Cedolare Secca"

Da quando non esiste più l'affitto ad equo canone  l'opzione migliore per risparmiare è il canone concordato. Si tratta di un contratto locazione a prezzi calmierati che in questi giorni sono oggetto di grande attenzione, in quanto i beneficiari sono sia gli inquilini, ma anche i proprietari, che pagheranno una Cedolare Secca più bassa, al 10%

Affittare la casa a canone concordato può essere una soluzione conveniente sia per i proprietari che per gli affittuari. Anche nei piccoli centri dove finora questo tipo di contratto non era consentito dalla legge. I prezzi dei canoni saranno però definiti all’interno degli accordi-quadro locali stipulati fra associazioni di inquilini e proprietari tra cui la CONFPROPRIETA’.

Ma quali sono i vantaggi del canone concordato?  Sul fronte fiscale, i proprietari godranno di una tassazione agevolata al 10% sulla rendita derivante dalla locazione. Inoltre, in alcuni centri, i Comuni hanno ritenuto importante sostenere questa tipologia di contratti con altri tipi di incentivi.

E’ accaduto in varie città dove i proprietari di appartamenti locati con canone concordato hanno anche diritto ad agevolazioni sul fronte Imu. Il Comune di Napoli ha aderito applicando uno sconto del 2 per mille pertanto l'aliquota imu per queste abitazioni, che diversamente sarebbero soggette al 10,6 per mille viene fissata all’8,6 per mille oltre all’abbattimento del 25% dell’imponibile previsto per questa tipologia di contratto direttamente dal governo nazionale.

Contratto a canone concordato: assistenza delle organizzazioni anche per la stipula

In base al nuovo decreto locatore e conduttore possono richiedere l’assistenza delle organizzazioni di categoria tra cui la CONFPROPRIETA’ affinché attestino la conformità del contratto rispetto all’accordo locale. Analogamente, in caso di controversie, sarà possibile richiedere l’intervento di una commissione di conciliazione, formata dai rappresentanti di sindacati e associazioni, che troverà una soluzione entro 60 giorni dalla data della sua costituzione.

Come si stabiliscono i canoni concordati. Per prima cosa è necessario che si attivino il comune e le associazioni più rappresentative a livello locale dei proprietari e degli inquilini. Insieme devono infatti stabilire le modalità di valutazione degli immobili e, per ogni tipologia individuata e per ogni quartiere, definire un canone minimo e uno massimo.

Il prezzo del canone concordato sarà quindi più basso di quelli di mercato, calcolati nella fascia compresa tra i minimi e i massimi individuati. Rispetto ai contratti  liberi ci sono due differenze fondamentali.

La prima è che durano meno: tre anni più due di rinnovo automatico alla prima scadenza o altri 3 previa intesa.

La seconda sono le agevolazioni fiscali: Per i proprietari esistono tre interessanti sconti fiscali, più una potenziale, a seconda dei comuni

Cambio contratto

E’ possibile godere dell’opzione del contratto a canone concordato anche se il proprietario ha già in corso un contratto a canone libero. In questo caso si dovrà provvedere a disdettare il contratto in corso e quindi si dovrà stipulare il nuovo contratto inserendo il riferimento dell’avvenuta applicazione dei parametri relativi all’accordo territoriale.  Infine registrare il contratto utilizzando nuovamente il modello RLI con l’indicazione della tipologia di contratto.

Vantaggi per il Proprietario

Per quanto concerne i vantaggi fiscali relativi al reddito percepito dal locatore cioè il canone annuo, si evidenziano due situazioni: reddito dichiarato ai fini IRPEF e reddito dichiarato ai fini della Cedolare Secca.

Se il reddito percepito dal locatore viene riportato in dichiarazione dei redditi, grazie al fatto che il contratto è stato stipulato in regime convenzionale (agevolato) il locatore gode di uno sconto sulla base imponibile pari al 30%, che pertanto abbatte sensibilmente l’IRPEF da versare. Ad esempio: se percepisco un canone di locazione “agevolata” di 5.000 euro. Calcolo il 30%, cioè 5.000*30% = 1.500 (il valore dello sconto). Ai 5.000 tolgo i 1.500 di sconto, per cui la base imponibile su cui calcolo l’IRPEF è di 3.500 euro.

Se il locatore, invece, decide di aderire alla cedolare secca, il reddito percepito viene tassato direttamente con una percentuale pari al 10%, (secondo quanto stabilito dal “Piano Casa”, DL n. 47/2014 ). Ad esempio, se percepisco un canone di locazione “agevolata” di 5.000 euro, questo subisce un’imposta pari a 5.000*10% =500 euro.

Vantaggi per L’inquilino

Innanzitutto, l’inquilino beneficierà di un canone inferiore ai valori medi di mercato.
Inoltre, nel caso in cui utilizzi la casa locata come abitazione principale, può usufruire di una detrazione dell’imposta per i redditi derivanti dall’Irpef di  € 495,80 se il reddito complessivo non supera € 15.493,71. Oppure, se il reddito complessivo è superiore a € 15.493,71, ma non superiore a € 30.987,41, la detrazione è pari a di € 247,90.

Conviene dunque questo contratto?
Nel centro Italia, grazie anche all'attivismo dei comuni, ha avuto un grande successo.
In alcune città sono addirittura il 90% del totale dei contratti d'affitto,

Per Info.scrivere a : confproprieta@gmail.com

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