Sono passati oltre 40 anni da quando il bangalese Muhammad Yunus fondava la Grameen Bank consentendo a migliaia di persone, che fino a quel momento vivevano nella più assoluta povertà, di prendere in prestito piccole somme di denaro ed avviare piccole attività commerciali. Una crescita pazzesca che dal 1976, data della sua fondazione, ad oggi conta più di 1000 filiali dove lavorano circa 13mila persone tra cui il 94% sono donne. Numeri da capogiro, un giro d’affari che ammonta circa 6miliardi di dollari dall’inizio sino ad oggi. Un successo planetario che ha visto il fondatore, Muhammed Yunus, conquistare, nel 2006, il Premio Nobel per la Pace. Un‘organizzazione con perdite vicine allo zero; infatti, oltre il 98% dei prestiti viene regolarmente restituito. Una banca all’avanguardia che, recentemente, si è aperta anche a nuovi scenari di mercato come la telefonia e l’energia.

La persona al centro  

Una rivoluzione assoluta nel campo del credito, un approccio totalmente capovolto rispetto al passato: basta con la dittatura dei numeri ma avanti con la valorizzazione della persona. Un’idea davvero innovativa di fare banca basata sulla fiducia, sul rating delle persone, sia uomini che donne.

Un modo alternativo di fare banca

Un nuovo modello di fare business nel settore del credito che ha inspirato decine di economie occidentali ed oltreoceano. Un modo alternativo di fare banca basato su concetto di capitalismo sociale, cioè di fare impresa aiutando gli altri. Basta con l’idea di profittare del prossimo a vantaggio del proprio ego ma aiutare l’altro. Un aiuto mirato all’altro per farlo crescere e per consentirne un miglioramento reale e concreto in tutti ambiti della vita. E, tutto questo, a prescindere dal fatto che si aiuti un maschio o una femmina, che si appartenga a questo o quel segmento sociale o che possieda garanzie patrimoniali o meno.

Insieme siamo tutti più forti

Un modo di fare impresa basato sul concetto di Rete, inteso appartenenza del singolo ad un gruppo di persone aventi la stessa identità economica e disposti a garantire un reciproco sostegno alle future iniziative imprenditoriali. Ciascun gruppo si compone di cinque membri e tutti sono motivati a sostenere l’altro in virtù del fatto che l’eventuale default di un membro cagionerebbe il prosieguo finanziario degli altri in seno alla banca. In pratica, una sorta di affidabilità bancaria di gruppo ove si punta a responsabilizzare il singolo in virtù della sua appartenenza al gruppo medesimo.

Il pezzo forte della catena

Una rivoluzione a tinte rosa: oltre il 96% dei beneficiari sono donne. Donne che sino quel momento non potevano rivolgersi ad alcun istituto di credito per effetto di un credo religioso che le vedeva penalizzate in seno al sistema economico basato su una concezione prettamente maschilista del business: roba da uomini, si diceva prima della Grameen Bank.

In questa visione, un posto speciale spetta alle donne. Secondo il Premio Nobel indiano, esse sono detentrici, per nascita, di un forte potere creativo e persuasivo nei confronti della famiglia. Sono state fuori dal giro per troppo tempo ma, nonostante tutto, se hanno un sogno che le frulla per la testa, danno il meglio di sé e si fermano solo quando hanno raggiunto la vetta.

Grazie all’istituto fondato da Muhammad Yunus, tante donne indiane hanno, dapprima, sollevato le loro famiglie dalla povertà e, poi, innalzato la frequenza scolastica dei propri figli arrivando, addirittura, a garantire tre pasti giorno ai propri familiari, acqua potabile e servizi igienici. Un modus operandi basato su alcuni mantra scolpiti bene nella mente; ad esempio: disciplina, unità, coraggio e duro lavoro.

L’occasione che aspettavi  

È questo il fulcro del pensiero di Yunus: gli esseri umani sono venuti al mondo per dare spazio alla fantasia ed alla creatività. Proprio da ciò, sostiene Yunus, dobbiamo partire per costruire un mondo migliore. Siamo stati cacciatori, agricoltori, navigatori, falegnami, fabbri, sarti, muratori, mugnai, menestrelli e tanto altro ancora. L’uomo non ha mai mandato tante richieste di lavoro in giro per il mondo come, invece, accade oggi con la spedizione di centinaia di curriculum per ogni angolo del mondo.

Occorre impegnarsi per costruire un mondo fatto di uomini che realizzano i propri sogni e non quelli di qualcun altro come, purtroppo, il sistema capitalistico consente di fare sempre di più a poche persone.

Un percorso di cambiamento

Il monito di Yunus è principalmente rivolto ai giovani: attrezzatevi, diventate imprenditori, vivete delle vostre capacità; tutti possono vivere dei propri mezzi. E, se tutti i giovani, inizieranno a maturare tale convinzione, allora, il mondo sarà un posto migliore. Un posto dove la ricchezza non sarà più concentrata nelle mani di pochi ma di tanti e tanti che si daranno sempre più da fare per farla crescere. Yunus avverte: non affidatevi all’intelligenza artificiale per risolvere i vostri problemi, questa creerà solo tanta disoccupazione di massa e finirà per calpestare la dignità dell’uomo. Infine, il bangalese, in netta rotta di collisione con l’idea portante del m5s, ritiene che il reddito di cittadinanza vada abolito da subito in virtù del fatto che esso rappresenta un gesto di carità nei confronti del percepiente che nasconde il vero problema. Se si vuole risolvere il problema della povertà delle persone, sostiene Yunus, occorre far venire fuori la creatività dalle persone.

Un nuovo ordine mondiale

L’elemento fondamentale per fare in modo che la nuova visione funzioni è la pace. Un concetto di pace in senso esteso e non come assenza di conflitti. Prestare ai poveri, ai bisognosi, ai non bancabili, può sembrare un’idea alquanto bizzarra, inutile: niente di più sbagliato. La pace, per poter regnare, ha bisogno di un clima di progresso, di sviluppo e di crescita. La pace, per prosperare, ha bisogno di un mondo dove tutti possono sprigionare la propria fantasia e creatività per realizzare i propri sogni.

La situazione italiana

In Italia, il microcredito è nettamente in crescita. Infatti, secondo un recente rapporto presentato dall’attuale Presidente dell’Ente Nazionale per Microcredito, Mario Baccini, si parla di uno strumento che, rispetto agli passati, è in forte ripresa. Per gli anni a venire, si parla di una vera e propria impennata del numero di richieste di microcredito.

Ormai sono decine le persone che, grazie al rapporto sinergico tra Assimea ed Ente Nazionale per il Microcredito, sono riuscite a trasformare i sogni in realtà. Decine di aziende e liberi professionisti sono riusciti a raggiungere la propria indipendenza finanziaria proprio grazie allo strumento del microcredito.

Un percorso di crescita e di sviluppo per studenti, disoccupati, donne, ultracinquantenni, italiani, stranieri, proprio tutti, senza nessuna preclusione di sorta, desiderosi di dimostrare le proprie capacità imprenditoriali.

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