SERBIA
Riciclaggio: raccolta rifiuti anello debole della catena
Secondo i dati forniti dall’Agenzia per la Salvaguardia Ambientale, in Serbia sono 250 le aziende attive nel settore del riciclaggio rifiuti, mentre il Ministero competente ha sinora rilasciato 600 permessi per la gestione dei rifiuti.
Il Presidente dell’Associazione delle imprese di riciclaggio, Kristina Cvejanov, afferma che il numero delle fabbriche addette al riciclaggio in Serbia sarebbe sufficiente: il problema è piuttosto rappresentato dalla mancanza di materia prima, cioè dei rifiuti, motivo per cui la maggior parte delle imprese lavora generalmente a metà regime: “le nostre strutture stanno lavorando al 50% della loro capacità ed enormi quantità di rifiuti che vengono raccolte dalle società di servizi di solito finiscono in discarica mentre i nostri riciclatori stanno avendo difficoltà a fornire le materie prime. Ecco perché la raccolta dei rifiuti può essere considerata l’anello debole della catena del riciclaggio”.
Cvejanov aggiunge che oltre 2.000 permessi formali per la raccolta dei rifiuti sono stati emessi finora, mentre è impossibile accertare quanti raccoglitori di rifiuti informali siano attivi nel settore. Allo stesso tempo, la Serbia ricicla il 40% dei rifiuti di imballaggio e, sotto questo aspetto, si avvicina alla media europea, attestata intorno al 50%: “siamo tuttavia indietro per quanto riguarda il riciclaggio del vetro e delle lattine”.
Il Direttore dell’Agenzia per la Salvaguardia Ambientale, Filip Radović, sostiene che la nuova legge sulla Protezione Ambientale prevede, per il 2017, la creazione di un fondo in cui convogliare le risorse raccolte dall’imposizione della tassa ambientale. Lo scopo del fondo è quello di aiutare finanziariamente le aziende che contribuiranno, sotto vari aspetti, allo sviluppo della green economy.
(eKapija, 09.10.2016)