4+1 cose che (forse) non sai del Microcredito

4+1 cose che (forse) non sai del Microcredito

Il microcredito è uno strumento di sviluppo e di inclusione sociale davvero importante. 

Oltre ad essere un prestito di piccolo ammontare finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale, è una straordinaria leva finanziaria per decine di persone considerate invisibile dal sistema bancario.  

Il microcredito, nella sua versione moderna (esisteva anche nell’antichità ma era garantito da pegno), consente di soddisfare i bisogni di tanti soggetti invisibili al sistema bancario. Oggi è necessario estendere ulteriormente la diffusione dello strumento del microcredito, raggiungendo sia le aree geografiche ancora più remote che persone più svantaggiate.

Ma vediamo, una per una, quali sono le 4+1 cose molto importanti che (forse) non sai del Microcredito.

 

  1. Non avrai altro Credito all’infuori che me!

Senza l’accesso al credito è praticamente impossibile uscire dalla povertà: ogni iniziativa viene stroncata dalla mancanza di capitali e dalla impossibilità di risparmiare una somma da investire. Proprio in questo, il microcredito svolge una funzione cruciale di sviluppo e di inclusione sociale. Grazie ad esso, decine di persone povere, chiamate anche Non Bancabili, ricevono solo porte in faccia da parte di esosi banchieri in cerca di garanzie reali e patrimoniali prima di qualunque erogazione.

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  1. Non Bancabili do it better!

I non bancabili, se adeguatamente responsabilizzati, sono affidabili e rimborsano di più dei bancabili pagando anche i tassi di interesse abbastanza alti tali da coprire i costi di gestione dei prestiti stessi. Di fronte al rifiuto delle banche di aprirsi al prestito ai più poveri egli si chiede se stia alle banche decidere se i poveri sono o non sono solvibili, o non stia piuttosto ai poveri scegliere la banca più adatta a loro.

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  1. Un sistema alternativo

L’intuizione del bengalese Yunus consiste nell’avere capito per primo che, se le banche tradizionali non si interessano dei bisogni degli ultimi, è necessario sviluppare relazioni finanziarie alternative, in grado di rispondere in modo flessibile alle esigenze di quella parte della popolazione che non ha accesso al credito tradizionale. Da una visione statale di welfare passivizzante ad una di sviluppo delle risorse delle persone, una nuova visione che trasforma l’individuo da job-seeker a job-creator.

Prima dell’avvento di Muhammad Yunus le banche tradizionali negavano a priori l’accesso al credito da parte dei poveri perché non avevano alcuna garanzia da offrire. 

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  1. L’ascensore della vita

Il microcredito diviene, dunque, uno strumento sociale di sviluppo delle popolazioni più povere, che finalmente trovano il modo di migliorare la qualità della loro vita. Con il lavoro nato dalla propria iniziativa i poveri sono capaci non solo di restituire il prestito con i relativi interessi, ma anche di uscire dalla povertà, migliorando la condizione propria e della propria famiglia realizzando, così, l’obiettivo fondamentale del microcredito.

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4+1. Sempre più in alto 

Le nuove frontiere del microcredito. È già dall’inizio degli anni 2000 che la diffusione della microfinanza ha permesso lo sviluppo di una gamma sempre più ampia di servizi finanziari destinati ai non bancabili: credito, risparmio, assicurazione e servizi di rimesse. Infatti, con la costituzione della Grameen II, Muhammad Yunus ha esteso il progetto microcredito, assegnandogli una valenza sociale ancora maggiore: le clienti depositano una quota fissa al fondo pensione della Grameen per crearsi un piccolo capitale per la vecchiaia; previsione di risparmio più adattabile alle necessità dei singoli soci per promuovere il risparmio in vista di spese importanti o per un vantaggio economico a lungo termine; promozione di una campagna di raccolta di risparmio fra i non soci per finanziare i futuri prestiti; maggiore flessibilità nella durata delle rate di restituzione per consentire sempre di più ai clienti, specialmente alle donne, di ritagliarsi il prestito più adatto alle loro necessità e alle variazioni della situazione; rimodulazione dei tetti individuali finanziabili, a seconda del livello di risparmio e di altri parametri, per incentivare e compensare il comportamento dei membri che sono buoni creditori; istituzione di un fondo speciale che consente di cancellare i debiti di una certa importanza in caso di morte del contraente.

Insomma, il microcredito di Muhammad Yunus è stato un esperimento altamente positivo ed oggi è una grande e positiva realtà la cui diffusione è stata ampia e rapida.


Se questi 4+1 motivi per te sono sufficienti, allora questo è il momento di agire.

 



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Ti aspetto!

A presto,
Paolo De Rosa - Responsabile Assimea

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